Lungo la B500: alla scoperta della Foresta Nera

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E’ appena iniziato l’autunno, le foglie cadono e gli alberi si colorano di giallo e arancione. Passeggiare lungo viali alberati diventa magico con questi colori e mi ritrovo a pensare a come sarebbe bello tornare in Germania, precisamente lungo la B 500, la strada panoramica che attraversa i paesaggi della Foresta Nera.

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Panorami lungo la B 500

Quest’estate il verde di quei paesaggi era talmente tanto forte e bello da farti male agli occhi. La B500 è davvero una strada panoramica: attraversa valli verdi, viali alberati, paesini puliti e ordinati, orologi a cucù.

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Attraversando la Foresta Nera

Partiamo dalla bellissima Friburgo e percorriamo la strada che ci condurrà fino a Triberg. Impossibile non fermarsi ogni volta che c’è un’area di sosta o anche solo un po’ di spazio per parcheggiare il Berlingo, la macchina fotografica sembra quasi urlare, i paesaggi sono talmente belli da lasciare senza fiato.

Ci fermiamo spesso per immortalare nei ricordi e su macchina quella verdi valli, spesso attraversate da bellissimi uccelli. Le campagne ordinate e pulite, la strada perfettamente asfaltata, le curve sinuose rendono la guida uno spettacolo. Inutile dire che anche sta volta rimpiangiamo la nostra cara moto… e vabbè ci torneremo.

Prima di arrivare a Triberg ci fermiamo spesso nei paesini che incontriamo, di cui spesso non conosciamo neanche i nomi ma che ci colpiscono per le loro casette in legno, i viali ordinati e fioriti, la cordialità e i sorrisi degli abitanti.

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I paesini della Foresta Nera

Ed è proprio lungo la strada che finalmente ci troviamo di fronte al Cucù più grande del mondo, precisamente a Schonach. Una vera e propria casa, in cui si può entrare per vedere il meccanismo che regola questo enorme orologio a cucù. Dall’altra parte un bel giardino, con tanto di panchine e un piccolo parco giochi per i più piccoli. Anche questa volta il fatto di avere un cane non è un impedimento, ci fanno entrare tranquillamente nel cucù e quindi accedere al giardino.

Ci sbizzarriamo con 1000 foto e intanto aspettiamo… mancano pochi minuti all’una. All’ora esatta ecco il piccolo/grande uccellino che sbuca fuori dalla sua casetta e col suo verso ci ricorda che siamo davvero davanti ad un bellissimo orologio a cucù.

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Schonach: l’orologio a cucù più grande del mondo!

Stesi su quel bel prato verde, quasi non ci viene voglia di andar via… ma la strada è ancora lunga. Riprendiamo la macchina e ci dirigiamo verso Triberg. Qui l’ambiente cambia: Triberg è estremamente turistica! Caratteristica e ordinata, proprio come tutti i paesini che avevamo attraversato, ma con mille negozi di souvenir e tanti turisti. Troviamo parcheggio e ci dirigiamo subito verso le Cascate di Triberg. Anche sta volta l’ingresso ai cani non è un problema. Con un biglietto accediamo ad un bel percorso in mezzo ai boschi, che tra alberi maestosi e piccoli scoiattoli ci conduce fino alle famose cascate: tra le più alte della Germania, 163 metri, sviluppate su sette livelli di roccia granitica.

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Cascate di Triberg

Oltre alle cascate è possibile accedere a diversi percorsi, dal più facile, alla portata di tutti, a quello più articolato, destinato a chi ama le lunghe passeggiate. Non immaginate com’era contento Biagio della bella passeggiata che abbiamo fatto, un po’ meno delle cascate visto che lui non ama particolarmente l’acqua.

Dopo la passeggiata naturalistica, è impossibile non fermarsi anche nei vari negozi. Sono talmente belli e pieni di oggetti in legno e orologi a cucù fatti a mano, che spendere dei soldi è scontato.

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Triberg

All’uscita del paese, ecco un altro grande orologio a Cucù. Sta volta è il Cucù di Hornberg, che fa a gara con Schonach per il titolo di Cucù più grande al mondo. Titoli a parte, la vista anche sta volta è magnifica.

La B 500 continua fino a Baden Baden, noi però a malincuore la lasciamo prima… il nostro itinerario è cambiato: siamo diretti a Hockenheim, per la felicità del motociclista di casa!

2 Commenti

    • Lui in Germania è stato davvero bene. Lo trattavano come un principino e poi tutto quel verde, poche macchine e un sacco di buon odori. Stava da Dio!

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