Monte Sant’Angelo: Patrimonio dell’Unesco da scoprire

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Anche quest’anno le vacanze natalizie ci portano in giro per l’Italia, in 12 giorni abbiamo fatto “solo” 2800 km e non eravamo affatto stanchi! Come ogni anno ci fermiamo a Foggia qualche giorno per salutare il mio nonnino, pilastro fondante della mia famiglia, e questa volta proprio partendo da qui siamo andati alla scoperta di un piccolo borgo: Monte Sant’Angelo.

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I parenti foggiani me ne hanno sempre parlato, ma non ci ero mai stata…chissà poi perchè! Circa 30 km da Foggia, una strada panoramica che costeggia il mare di Manfredonia e poi sale su in collina, tra tornanti che ti lasciano senza fiato per i paesaggi che custodiscono: a destra rocce calcaree e filari di ulivi, a sinistra il mare, il golfo di Manfredonia. Inutile dire che un viaggio che doveva essere di circa 30 min è durato molto di più, con paesaggi così è impossibile non fermarsi a godere di quella vista, a scattare qualche foto ma soprattutto a godersi la strada. Mai come in questi casi la frase: “l’importante non è la meta ma il percorso!” è perfetta per descrivere il nostro viaggio.

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Lentamente e con gli occhi già colmi di belle cose, raggiungiamo il paese e il mio primo pensiero è stato: “sembra di essere in Grecia!”. Casette bianche tutte uguali, vicoli stretti con pavimenti di pietra, panni stesi al sole, raggi caldi e brezza marina… ecco come ci appare Monte Sant’Angelo!

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Famoso per il santuario di San Michele, credevamo di trovarci solo quello e invece ci sbagliavamo: il paese rientra a pieno titolo tra i Patrimoni Mondiali dell’UNESCO. Passeggiando fra le sue vie strette, l’odore delle cucine si fonde con l’odore di bucato e intanto scopriamo mestieri che da noi non esistono più: il fruttivendolo che dal suo camioncino annuncia la frutta fresca, un venditore di lenzuola porta a porta, il camioncino con l’acqua.

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In un’atmosfera così, quasi ci dimentichiamo il resto… ci riporta alla realtà il campanile del Santuario di San Michele, che si staglia alto sopra i tetti delle case e ci guida verso di esso.Entriamo e subito siamo colti dalla sorpresa: un santuario così, tutto interamente scavato nella roccia, non l’avevamo mai visto! La leggenda narra che quella sia la grotta dell’apparizione di San Michele Arcangelo, a cui poi è stata intitolata. Mete di pellegrinaggi fin dal VII secolo, quando i Longobardi elevarono la grotta a loro santuario nazionale.

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In origine l’ingresso alla grotta non era quello di oggi: i pellegrini raggiungevano questo luogo di culto dal basso, da una scalinata scavata nella roccia che si elevava fino a raggiungere la grotta dell’apparizione. Inseguito questo accesso fu chiuso e creato un ingresso “più solenne”, data la crescente popolarità di questo luogo. Oggi è possibile vistare l’ingresso originale, passando prima attraverso il museo. Consiglio molto questa visita, perché una volta raggiunga la grotta parte una registrazione in cui viene descritta tutta la storia e i cambiamenti avvenuti attraverso i secoli, il tutto accompagnato da giochi di luci che si accendevano e si spegnevano evidenziando i punti esatti della descrizione.

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La visita a Monte Sant’Angelo non finisce con il santuario, noi proseguiamo verso il Castello normanno- svevo- angioino- aragonese; costruito dal vescovo di Benevento tra l’837 e l’838, venne poi ampliato da normanni, svevi e angioini che se ne servirono come prigioni. Oggi è ben tenuto e vale la pena visitarlo soprattutto per la splendida vista che si ha dai suoi bastioni. All’interno, in questo periodo, vi sono vari presepi costruiti da artisti del luogo; è inoltre possibile visitare le prigioni e i cunicoli che portano ad esse.

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La nostra visita a Monte Sant’Angelo finisce qui, torniamo a Foggia felici di questa scoperta e con la voglia di scoprire ogni anno un luogo diverso di questa splendida regione!

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