Giornata Mondiale dei Negozi di Dischi

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Ascoltando Radio Capital scopro che sabato prossimo, il 16 Aprile, è la Giornata mondiale dei negozi di dischi, un’intera giornata e tante iniziative per salvaguardare i negozi di dischi in un periodo in cui la musica si ascolta sempre più sul web o su vari supporti digitali e sempre meno come una volta, con quel suono graffiante della puntina sui vinili.

Molti sono gli artisti che prevedono l’uscita speciale di vinili proprio per festeggiare questo evento e per sostenere i negozi di dischi. E molte sono anche le iniziative organizzate dai negozi stessi nelle varie città (trovale la lista qui), è quindi l’occasione giusta per riscoprire un vecchio Record store, immergersi nell’atmosfera di album, copertine e storia della musica e magari far riemergere qualche vecchio ricordo.

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Credo che ognuno di noi ha almeno un ricordo collegato alla musica, in questo caso più precisamente ad un negozio di dischi, appassionati e non. Io per esempio ne ho ben due, che sono riaffiorati con forza appena ho sentito lo spot in Radio e ho pensato a questo articolo.

RICORDO 1. Nel mio paese natale, di negozi di dischi oggi non ce ne sono (purtroppo), ma quando ero ragazza uno c’era. Era più che altro una stanza, a piano terra, con una saracinesca e una finestra piccola piccola e molto alta che fungeva da vetrina. Dalla mia altezza di un metro e cinquanta riuscivo a vedere solo poche file di dischi, eppure ero sempre curiosa di scoprire le ultime novità musicali. Fuori dal negozio, su un marciapiede strettissimo, si radunavano spesso dei ragazzi, soprattutto capelloni e vestiti di nero. Il proprietario era il batterista di un gruppo metal che suonava spesso in piazza nelle serate estive. La prima volta che sono entrata avevo 17 anni, pioveva a dirotto e mi si era rotto l’ombrello. Avevo la tipica faccia di chi va a chiedere una cosa che non conosce, ma non vuole farlo vedere.

Entro e tutto d’un fiato chiedo: “Kill em all dei Metallica!”

Il tipo alza lo sguardo, mi squadra dalla testa ai piedi e mi fa: “Chi te l’ha consigliato… non è musica per te!”

Credo di essere diventata viola in volto, ma sono comunque riuscita a dirgli che era un regalo, il primo regalo che avrei fatto al mio ragazzo di allora. Non ho mai ascoltato quel disco ma il titolo non lo dimenticherò mai. Inseguito quel negozio si è trasformato in un luogo di incontro per molti ragazzi appassionati di musica metal che avevano voglia di suonare e costituire un gruppo: si trovavano lì, ad ascoltare musica e memorizzare note, a leggere spartiti e bere birra. Oggi quel negozio è chiuso, in un paesino così piccolo la sua vita è stata breve ma intensa, eppure tutte le volte che ci passo i ricordi arrivano immediatamente, insieme ad un sorriso.

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RICORDO 2. Dal primo ricordo di anni ne sono passati parecchi, dal paesino della montagna calabrese mi sono spostata nella pianura padana e il ricordo è legato ad uno dei week end più intensi e intrisi di musica che ho vissuto. Dopo due giorni passati tra Via del Campo e le Creuze de ma, non poteva esserci conclusione migliore se non in un negozio di dischi. In attesa del treno che ci avrebbe riportato a casa, io e il mio compagno, ci siamo ritrovati davanti a questo bellissimo negozio di dischi e per un musicista come lui era impossibile non entrare. Purtroppo non ho segnato il nome del negozio ma ricordo tutto, soprattutto questi grandi scaffali stracolmi di vinili, con le loro copertine così piene di fascino. Ricordo che c’erano delle postazioni con delle grandi cuffie, bastava scegliere il vinile giusto per isolarsi e ritrovarsi capovolto in un altro mondo. Ricordo che Marco mi si è avvicinato da dietro, mi ha messo la cuffie sulle orecchie e mi ha abbracciato! La canzone non la conoscevo e non la ricordo più, ma ancora adesso ripensandoci sorrido e penso che a volte basta poco per “vivere in un film” (non c’è bisogno di dirvi a quale film ho pensato)!

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Ecco i miei due ricordi legati ad un record store, ricordi bellissimi che queste belle occasioni riportano alla mente ed che mi piace condividere.

E vostri ricordi? Se vi va potete commentare e condividerli con noi.

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Calabrese di nascita, emiliana di adozione. Se si potessero studiare i miei geni si troverebbe qualcosa di legato ai viaggi. Per anni viaggiare era un modo per evadere da una vita che mi stava stretta: "a chi mi domanda la ragione dei miei viaggi rispondo che so bene quel che fuggo ma non quel che cerco." Adesso viaggio perché ho un continuo bisogno di scoprire, esplorare, conoscere, assaggiare. Amo viaggiare e scrivere, e poi di nuovo viaggiare e scrivere, senza sosta. Benvenuti nel mio piccolo mondo di viaggi, esperienza e vita!

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