Appennino reggiano con il cane: una gita fuori porta

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Ciao a tutti, sono Biagio! Quello della rubrica In viaggio col Vagabondo, essì il vagabondo in questione sono io o almeno così mi chiamano. Come sapete hanno deciso di intitolarmi una sezione del blog e io ne sono onorato, per questo in questi giorni ho spinto molto per fare un giretto… un gita fuori porta e avere di nuovo qualcosa di cui parlare. L’inverno è finito da un pezzo e io non vedo l’ora di annusare il mondo lì fuori! 

Alla fine hanno ceduto, hanno chiesto un po’ in giro e hanno scelto l’Appennino Reggiano: non troppo lontano da casa ma pieno di bei posti da visitare e soprattutto da annusare! 

Appennino Reggiano

Pettorina, zainetto pieno di crocchette e acqua fresca e siamo pronti per partire! Prima tappa: Le Fonti di Poiano. Un bellissimo percorso che segue e attraversa il fiume, ci porta fino ad una fontanella di acqua fresca e… Salata! Essì l’acqua delle Fonti di Poiano è salata, ma buonissima. Perché? Questo è meglio se ve lo spiega la maestra della famiglia!

Biagio alle Fonti di Poiano

Prendo la parola io, che è meglio! L’acqua con cui ci siamo rinfrescati, scorre attraverso rocce antichissime, formatesi nel Triassico (200 milioni di anni fa): l’antico mare della Tetide, evaporando all’interno di ampie lagune, depositò gesso e sale. Quest’ultimo si trova oggi soltanto nell’interno della montagna e viene disciolto dalle acque che si infiltrano nella roccia. E’ questo il motivo per cui le acque delle Fonti di Poiano sono salate e per questo sono dette “acqua salsa”.

Fonti di Poiano

Capito? Brava la mia maestrina vero? Detto ciò, io ovviamente non ho perso l’occasione di annusare dappertutto, di passeggiare tra il verde delle montagne e giocare con i bimbi che c’erano. Credo sia un bel posto per passare un pomeriggio in famiglia: c’è tanto verde, molti posti all’ombra e la possibilità di rinfrescarsi con l’acqua del fiume! Cosa volete di meglio? 

Ma noi non ci siamo fermati qui… siamo o no dei Vagabondi? Di nuovo in macchina, sempre più su verso la Pietra di Bismantova! Non sapete cos’è? Allora avete bisogno di un’altra lezione… Maestra Roberta?

Eccomi! In questo caso mi faccio aiutare dalle parole del Sommo Poeta Dante, che pare si sia ispirato proprio alla Pietra di Bismantova per descrivere e immaginare il monte del Purgatorio. Queste le sue parole:

“Vassi in Sanleo e discendesi in Noli,

montasi su Bismantova e ‘n Cacume

con esso i piè; ma qui convien ch’om voli;

dico con l’ale snelle e con le piume

dal gran disio, di retro a quel condotto

che speranza mi dava e facea lume. ”

– Purgatorio, canto IV, vv. 25 – 30

Come non lasciarsi ispirare da questo monte? La pietra di Bismantova è quel massiccio roccioso dall’inconfondibile ed isolato profilo a forma di nave che contraddistingue l’Appennino Reggiano. La sua forma rende la Pietra un elemento dal paesaggio così unico e rappresentativo, tanto che è diventato un emblema di questi luoghi, impressa nell’immagine identitaria delle genti che li abitano e dei visitatori che li scoprono. Impossibile non sporgersi dal finestrino o fermare la macchina ogni volta che il profilo della pietra appare, per scattare foto e non solo… anche semplicemente per perdersi nella sua maestosa bellezza.

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Maestra e poetessa la mia padroncina! Non avete idea di quante volte hanno fermato la macchina e sono scesi, lei e Marco, a fare foto… per il blog dicono loro, perché amano lo spettacolo della natura, penso io! La strada che si inerpica sempre più su offre bellissimi panorami, li sento parlare di moto (la loro grande passione) e temo che un giorno mi compreranno un Sidecar! Per ora mi godo lo spettacolo dal finestrino del Berligno… stiamo per arrivare a Ligonchio!

Strada Panoramica verso Ligonchio

Appena arrivati, salto fuori dalla macchina e respiro il fresco di questo luogo, qui sì che si sta bene! Perché siamo qui? Per mangiare e riposarci un po’ e per la Centrale Idroelettrica, ma di tutto questo ne parleremo un’altra volta! Ha ragione la “mamma”, a scrivere sul blog ci si prende gusto! 

 

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Calabrese di nascita, emiliana di adozione. Se si potessero studiare i miei geni si troverebbe qualcosa di legato ai viaggi. Per anni viaggiare era un modo per evadere da una vita che mi stava stretta: "a chi mi domanda la ragione dei miei viaggi rispondo che so bene quel che fuggo ma non quel che cerco." Adesso viaggio perché ho un continuo bisogno di scoprire, esplorare, conoscere, assaggiare. Amo viaggiare e scrivere, e poi di nuovo viaggiare e scrivere, senza sosta. Benvenuti nel mio piccolo mondo di viaggi, esperienza e vita!

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